I tempi folli in cui viviamo, purtroppo, hanno esaltato l’orgia del consumismo, dell’arrivismo e dell’individualismo, e sembrano aver respinto l’amore lontano, altrove. Non c’è più solidarietà, semmai difesa dei propri privilegi. La civiltà capitalistica ci ha indotto a pensare esclusivamente ai “fatti nostri”: l’altro non è più né fratello, né amico e neppure prossimo simile a me, piuttosto è un estraneo da evitare e, possibilmente, da schiacciare e sfruttare.
“Nella nostra modernità, in cui tutto è flessibile, effimero e «liquido», in cui nulla dura, i legami tra gli esseri umani sono sempre più fragili. Sempre più individualisti, incapaci di uscire dalla nostra solitudine esistenziale, finiamo con il perdere completamente la fiducia negli altri.”
“Le persone non considerano gli altri come parti della comunità in cui vivono insieme, ma si pensano solo come individui.”
“La stampa è la tecnologia dell'individualismo.”
L'uomo "normalmente diviso" è urbano, borghese, visivo, preoccupato delle apparenze, della rispettabilità e della conformità. Viavia che diviene individuale e specialistico, diviene anche omogeneo.
“La mente di terza categoria è felice solo quando sta pensando con la maggioranza. La mente di seconda categoria è felice solo quando sta pensando con la minoranza. La mente di prima categoria è felice solo quando sta pensando.”