“Qualunque luogo, qualunque condizione, offre identiche possibilità: essere felici o infelici.”
“Il lavoro fa male. ”
“Quella nata negli anni Sessanta, i baby boomers, è una generazione di tecnici, gente capace ad applicare, impressionata dalle potenzialità reddituali di un corso di studi, mai guidata dalla passione, mai spinta dal desiderio, ma sempre dall’opportunità. Uomini e donne che fin da ragazzi hanno letto poco, e quindi hanno partorito pessimi sogni, e letteratura ancora peggiore. I racconti dei miei coetanei sono per lo più storie dal valore sociologico, affreschi di una generazione in preda alle nevrosi. Quando va bene sono storie di genere, scopiazzate dagli americani. Se vai in libreria è un fiorire di ispettori, poliziotti, magistrati, giornalisti col gusto del massacro. Quasi tutta roba già letta, inventata da altri, riscritta. La mia generazione passerà alla storia per aver inventato lo splatter, il trash, la gioventù cannibale, i romanzi ispirati dalla cronaca nera. Sembra che l’emozione sia un po’ sclerotizzata, in questi anni, e ci sia bisogno di darle qualche scossa a suon di sangue. Noi siamo sempre stati ragazzi cresciuti, incapaci di raccontare storie, oltre che di viverle.”
“Trovare in quel poco tempo un’ulteriore frazione minima, e cioè l’età della pensione, in cui finalmente fare le cose che ci piacciono, è il colmo della stupidità. Primo perché spesso non ci si arriva (rifacciamo gli scongiuri). Secondo perché a quell’età il disincanto, la stanchezza, i limiti fisici ci impediscono di godere appieno anche delle cose più semplici.”
“Che debbano affannarsi loro, o mutare radicalmente la propria condizione, questo li terrorizza.”
“Siamo una generazione nuova, dobbiamo tentare il realismo a tutti i costi! Le relazioni d’amore sono opere delicate, a cui però non è detto che la presenza, l’assiduità, il voto della perpetua presenza conferiscano chissà quale vantaggio. Può essere così, ma è molto raro. Meno raro invece che le persone si seguano lungo la via, con curiosità e disponibilità, qualunque cosa accada, dovunque vadano, sapendo che li lega l’ascolto, a fine giornata, delle avventure occorse a entrambi. Un ascolto vero, che sia stato tutto condiviso, fisicamente oppure no, basato sulla consapevolezza che l’altro sta facendo un suo sentiero, interessante, o per lo meno credibile, onesto, e che lo si vuole conoscere, ascoltare, seguire e poi s’intende partecipare delle sue avventure il più possibile.”
“C’è da scommettere che qualcuno, a disastro avvenuto, li accuserà di non aver dato l’allarme.”
“Una generazione di indecisi, di uominiincapaci di sostenere le responsabilità. E questo non sarebbe stato neanche un disvalore. Avrei amato una classe che rompeva lo schema familiare. Basta chiesa, basta casa, basta famiglia. Ma noi l’abbiamo fatto per paura, per tedio, non per progetto. Dunque non vale. Una rivoluzione involontaria.”
“Assisteremo a piroscafi carichi di italiani che viaggiano in terza classe verso la Cina e l’India invece che verso l’America?”
“A parte chi ha fede in un Paradiso, dove ogni debito verrà sanato e chi ha avuto avrà e chi non ha avuto anche (devono essere dei pericolosicomunisti, in quel Paradiso), per tutti gli altri la vita è un viaggio senza manuale operativo, senza libretto di istruzioni.”
“Ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che lo voglia o no, che gli piaccia o no.”
“Mi sono visto spesso fare proclami sui cambiamenti di vita. C’è stato un periodo che non parlavo d’altro, e intorno a me nessuno parlava d’altro. In quei momenti, tanto ascoltandomi quanto ascoltando la gente, ho sempre provato in fondo al cuore una grande pena per ciò che si dice ma non si fa mai.”
“A scuola ci insegnano la Storia, la Matematica, l’Educazione civica. A me un professore delle scuole medie insegnò perfino come lavarmi i denti (Educazione sanitaria). Nessuno che mi abbia parlato dei miei pregi, di come metterli a frutto o di come mitigare i miei vizi, o di come mettere a frutto pure quelli.”
“Chi esce per ultimo fa carriera per primo.”
“Più che l’amoralità, il problema del nostro tempo è proprio questo: pochissimi, inclusi gli amministratori delegati delle banche che guadagnano nove trilioni di dollari l’anno, sanno che diavolo stanno facendo.”