“Ognuno di noi deve molto alle proprie letture. Siamo quelli che siamo perché abbiamo incontrato sulla nostra stradapersone, storie, esperienze. E libri. Libri seri, sia chiaro. Con tutto il rispetto per quello che avete tra le mani. Io devo molto a tanti libri che ho letto, copiato, citato, in alcuni casi persino villanamente saccheggiato. Ce n’è uno che dovrebbe essere nella biblioteca di ogni politico. Si intitola Resistenza e resa. Lo ha scritto un pastore luterano, Dietrich Bonhoeffer, che venne ucciso dai nazisti nel campo di prigionia di Flossenbürg nell’ultimo mese di guerra. Aveva cospirato contro il regime di Hitler, aveva resistito e non si era arreso. Nell’introduzione Bonhoeffer scrive parole che andrebbero scolpite nel cuore di chi si impegna per la cosa pubblica. Parole in cui l’ottimismo non è l’auspicio che le cose andranno meglio, non significa guardare il bicchiere mezzo pieno o sperare che le cose si aggiustino. Parole in cui l’ottimismo diventa la carta d’identità del futuro. «L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari. Il futuro lo rivendica per sé.» Rivendicare il futuro per sé, senza lasciarlo agli avversari. Impresa difficile, coraggiosa, ardua. Ma l’unico modo di dare un senso all’impegnopolitico. L’unico modo di rendere ragione della nostra speranza.”















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