“Io vengo da un altro mondo, da un altro quartiere, da un'altra solitudine. Oggi come oggi, mi creo delle scorciatoie. Io non sono più dei vostri.”
“La separazione degli Arabi dal resto del genere umano li ha abituati a confondere le idee di straniero e nemico.”
“Rispetto al resto d'Europa, per non parlare dell'America, sento che in Italia siamo molto indietro. Ancora lo straniero è percepito come un extracomunitario, qualcosa di lontano, e nelle istituzioni non c'è niente di forte nell'includere questa realtàsociale.”
“Roma non è multietnica, ad eccezione delle sue zone periferiche, dove le abitazioni costano meno e quindi si affollano di stranieri. Ostia invece ha un tessuto sociale altamente variegato.”
“L'errore più grande e più comune è quello di non saper uscire dal proprio guscio culturale e misurare l'estero con un metro che non gli è proprio: non vedere la differenza sotto le apparenze uguali e non vedere l'identità sotto le diverse apparenze.”
“Non ho mai creduto a Babbo Natale perché sapevo che nessun uomo bianco sarebbe venuto nel mio quartiere quando scendeva il buio.”
“Posai il piede sulla terra dei miei padri, ma su quella terra sentii di essere uno straniero.”
“Ospitalità significa il diritto di uno straniero, che arriva sul territorio altrui, di non essere trattato ostilmente.”
“La prima condizione per comprendere un Paesestraniero, è annusarlo.”
“Le persone troppo facilmente ci trascurano o abusano di noi, non appena entriamo in intimità con loro. Per vivere serenamente, noi dobbiamo sempre rimanere uno straniero nella folla.”
“Lo straniero è in noi. Quando fuggiamo o combattiamo lo straniero, lottiamo contro il nostro inconscio.”
“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezionelatente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.”
“Il mio accento straniero tradiva le mie origini straniere e mi marchiava come 'nemico' nelle menti dei produttori.”
“Emigranti. Pure noi siamo stati un popolo di emigranti. Sembra che nessuno se ne ricordi. Il nonno di Giovanni aveva disegnato santini e angeli per biglietti di auguri, volti di donne lontane per cartoline d’amore, cavalli dalle briglie sciolte che prendevano il volo verso patrie dimenticate. Non aveva mai smesso di coltivare un’abitudine appresa in terre lontane, scriveva lunghe frasi in inglese che abbandonava sulle panchine, sgrammaticate, zeppe di errori, ma era la lingua del popolo, imparata per sopravvivere. Povera gente andata al di là del mare, a bordo di inaffondabili Titanic, per fare fortuna, anche se spesso la fortuna restava un fiore non colto. Francesco diceva sempre di averla trovata quella fortuna, il viaggio aveva dato un senso alla sua vita, aveva conosciuto mondi nuovi ed era riuscito a superare difficoltà insormontabili. A quel tempo eravamo gli italianimafiosi, mangiaspaghetti, banditi e traditori, brutti, sporchi e cattivi, come in un vecchiofilm di Ettore Scola. Il nonno aveva attraversato strade polverose, conosciuto paesi dei quali non ricordava i nomi, amato donne dai sorrisimisteriosi, nascosto malinconie quando si sentiva disprezzato e rifiutato. Non era americano, tanto bastava…”
“Più ho viaggiato e più mi sono resa conto che la paura rende straniera gente che dovrebbe essereamica.”