“Il benessere è il passaggio dalla povertà alla scontentezza.”
“Nessun insegnante ha il diritto di curare un bambino dal far chiasso su di un tamburo. La sola cura che dovrebbe essere praticata è la cura dell'infelicità.”
“Siamo noi la causa della nostra infelicità. Lo scopo della sofferenza è farci capire che siamo noi a provocarla.”
“Fermate il mondo, voglio scendere.”
“L’infelice che riesca a riempirsi il petto di un soffio di grandezza rialza la testa e smette di compatirsi.”
“Meglio essere infelici sui cuscini di una Rolls Royce che sulle panchette di un tram.”
Non gettare sugli altri la tua responsabilità; è questo che ti mantiene infelice. Assumiti la piena responsabilità. Ricorda sempre: “Io sono responsabile della mia vita. Nessun altro è responsabile; pertanto, se sono infelice, devo scrutare nella mia consapevolezza: qualcosa in me non va, ecco perché creo infelicità tutt’intorno a me”.
“Assumersi la responsabilità della propria infelicità è l’inizio del cambiamento.”
“L’infelicità deriva dall’essere inconsapevole. Se sei consapevole, l’infelicità scompare.”
“Qualsiasi condizionamento porta all’infelicità.”
“L’uomo è sempre stato infelice perché dimentica quello che ha, e cerca di ottenere ciò che non può realizzare.”
La gente vive inconsapevolmente, ma non lo vede. Continua a ripetere: “La mia vita è infelice”, e afferma di non voler vivere nell’infelicità, ma continua a scaricare la responsabilità su qualcos’altro, su qualcun altro: il fato, la società, la struttura economica, lo Stato, la chiesa, la moglie, il marito, la madre; comunque il responsabile è qualcun altro.
“Quando sei un po’ meno infelice, la chiami felicità. Non è vera felicità, si tratta solo di una minor infelicità, rispetto al normale; quando quella quantità aumenta, entri in uno stato d’angoscia. Ma sono tutti stati di infelicità, che a volte diminuisce e a volte aumenta; in ogni caso, tu non hai ancora conosciuto la felicità. Certo, hai conosciuto il piacere... Il piacere si ha quando si dimentica l’infelicità. L’infelicità resta, ma te ne dimentichi. Vai al cinema, ti coinvolgi nella trama, sei così attento da farti prendere dalla storia, al punto che ti dimentichi di te: per due, tre ore esisti come se non esistessi; poi, una volta uscito dal cinema, rientri nel tuo sé abitudinario e nella tua routine di infelicità.”
“Un uomo che reprime sarà inevitabilmente infelice, poiché tutto ciò che ha represso si dibatterà, lotterà dentro di lui per riaffiorare, per riconquistare potenza.”
“Senza il sé non esiste la possibilità di essere infelici.”