“Poverinudi sventurati; o voi, Che ovunque siate soggiacete ai colpi Di questo temporaleinesorabile, Come potranno mai le vostre teste Senza riparo, i vostri fianchi scarni, I vostri stracci pieni di feritoie e di finestre Difendervi da simili intemperie? Oh, troppo poco me ne son curato. Eccoti, sfarzo, la tua medicina, Esponiti a provare ciò che provano i poveri, Così che possa scuoterti di dosso Ciò che è superfluo per donarlo a loro E dimostrare che il cielo è più giusto.”