“Alimentarsi è un gesto istintivo che risente di condizionamenti culturali, familiari e religiosi, e diventa un’abitudine profondamente radicata già nei primi anni di vita. Perciò l’ideale è agire con un programma rivolto ai bambini: l’evoluzione culturale necessaria per modificare lo stile di vita della popolazione potrà attuarsi grazie alle abitudinicorrette adottate dai bambini e rese «naturali», più naturali rispetto alla tendenza alla sovralimentazione e alla scelta di cibi ipercalorici e potenzialmente dannosi.”
“Ogni volta che un bambino si sente felice per qualcosa che sta facendo, arriva uno dei genitori e lo ferma: «Non farlo!» Un po’ alla volta il bambino si fa questa idea: «Tutto ciò che mi fa sentire felice è sbagliato». E naturalmente non è mai felice facendo quello che gli dicono gli altri, perché non è mai un suo bisogno spontaneo. Quindi si fa l’idea che essere infelice è giusto, ed esserefelice è sbagliato: diventa un’associazione profonda.”
“Quando un bambino nasce, non ha ego. Non sa chi è: è una tabula rasa sulla quale noi iniziamo a scrivere. Gli diciamo che è un maschio o una femmina, un musulmano o un hindu, che è buono o cattivo, intelligente o stupido. Iniziamo a fornirgli idee su chi è; gli diciamo se è bello o brutto, obbediente o disobbediente, amato o non amato, importante o non importante – gli forniamo un flusso continuo di idee su se stesso.”
“Puoi condizionare un bambino a esseresanto e lo diventerà, ma resterà infelice.”
“Il bambino ti ama, non conosce ancora il dubbio, non sospetta di niente; e come potrebbe sospettare? È di una purezza tale... è pura consapevolezza, è puro amore; sua madre dice qualcosa, e lui ci crede.”
“Meravigliosa la mente di bambino eh!”