In quell’unico, leggero movimento, vedo la fine delle mie speranze, l’inizio della distruzione di quanto ho di più caro al mondo. Non riesco a immaginare quale forma assumerà il mio castigo, né quante persone ne rimarranno coinvolte, ma, una volta finito, ci sono buone probabilità che non resti più nulla. Chiunque, quindi, penserebbe che a questo punto io debba essere assolutamente disperata. Ma ecco la cosa strana. Ciò che provo è soprattutto un senso di sollievo. Perché posso lasciar perdere i giochetti. Perché la domanda se riuscirò a superare questa prova ha avuto una risposta, anche se quella risposta è un sonoro “no”. Perché se, come si dice, a mali estremi estremi rimedi, allora sono libera di compiere tutte le azioni estreme che voglio.
“Qualcuno «costruisce» il proprio avvenire ma, in realtà, anche altri partecipano a questa impresa, che è primariamente una manifestazione della vitasociale.”
“Nutro un tale risentimento verso di me per la sciocca, scellerata follia del mio cuore, che adesso ogni passata sofferenza è per me trionfo ed esultanza.”
“Non c’è nulla che si possa perdonare, attribuendolo all’imprevisto e alla depressione dello spirito per un dispiacere tanto recente? Non si può accettare nessuna probabilità, solo perché non è una certezza? Non c’è nulla di dovuto all’uomo che tutte abbiamo mille ragioni per avere caro e nessuna ragione per sospettare? Alla possibilità che ci siano motivi in se stessi irrefutabili, anche se per un certo tempo inevitabilmente segreti?”
“Un convinzione non è profonda, se non produce un’azione.”
“Una coscienza eccessivamente raffinata, una predisposizione per i sensi di colpa a dispetto dei suoi desideri, inducevano un uomo di indole buona a comportarsi in modi stranamente subdoli, in modi che compromettevano la sua stessa bontà.”