“A sedici anni è facile non avere la cellulite. Non hai ancora tenuto abbastanza a lungo il tuo culo parcheggiato su un divano in stato catatonico aspettando che lui ti chiami. Non ti sei ancora abbuffata con un numerosufficiente di bombe alla crema sperando che lui ti ricerchi dopo che t’ha mollato. Non sei stata ancora abbastanza in piedi sul tacco dodici sperando che lui ti noti. Non hai ancora un numerosufficiente di giorni di ritenzione idrica in curriculum, perché se è vero che abbiamo le nostre cose cinque giorni al mese che fanno sessanta giorni l’anno, vuol dire che per i trentacinque anni circa del nostro periodo fertile viviamo duemilacento giorni con le mestruazioni e pure con le cosce piene di liquidi, e quindi scusa se a trentotto anni non solo ho più cellulite di te, ma sarei pure un po’ imbufalita.”
“Mi meraviglia sempre la forza degli esseri umani, che riescono a rialzarsi, seppur barcollando, persino quando fiumi di lacrime inondano i loro volti.”
“Il dolore è vile, cede davanti alla prepotenteesigenza di vivere che sembra radicata nella nostra carne, più fortemente che tutte le mortali passioni nel nostro spirito.”
“È più facile trovare uomini disposti a morire che trovare quelli disposti a sopportare il dolore con pazienza.”
“Quante ferite il male infligge all’umanità! Guerre, violenze, conflittieconomici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. ”
“Esiste un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità. E ciò è vero, in certo modo, anche nel quadro più ampio della società e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infatti germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono e riconciliazione.”