“Noi che facciamo comunicazione abbiamo l'impegno di non abbandonare il campo, di non darci soltanto all'evasione, al non-pensiero, pur avendo il dovere di emozionare.”
“La realtà non si forma che nella memoria.”
L'editore di Hemingway, letto un suo manoscritto, pur ammirando la forza dello stile, restò negativamente colpito dalla frequenza della parola "fottere" e provò a telefonargli, per fargli modificare quell'espressione. Per contratto, infatti, nessun cambiamento poteva apportare ai suoi romanzi, senza il suo consenso. Fece il numero, ma lo scrittore non era in casa. "Lo chiamerò domani" pensò l'editore. E prima di uscire dall'ufficio, scrisse sull'agenda il seguente promemoria: "Ricordarsi di 'fottere'." La segretaria, quando rientrò al pomeriggio, vide l'appunto ed esclamò con un sospiro: "Anche questo devo ricordargli!".
“È disperante che quanto più ci sforziamo di ritrovare nella memoria dei lineamenti e di raffigurarceli, più questi sfumano e si confondono e ci sfuggono.”
“E ritorno ai discorsi lasciatiperché non ho nient'altro da fareed è un ritorno ai segreti.”
“È per questo che siamo stati dotati della memoria. E del suo opposto: la speranza. Così le cose che non ci sono più continuano a essereimportanti. Così possiamo sbarazzarci del passato e costruire il futuro.”