“Riconoscere che stai facendo qualcosa di sbagliato è sufficiente, non lo puoi più fare.”
“È bello acquisire a poco a poco la consapevolezza di non capire niente.”
“Quando hai la certezza delle tue capacità, e controlli gli avversari da anni, non perdi tempo con il contorno, punti tutto sul piattoforte.”
“Ecco da cosa sto scappando. Ormai sono contagiato, lo so bene, ma non voglio ripetere il suo errore, e soprattutto non voglio trasmetterlo ai miei figli. Anche perché capisco che quell’ira era soltanto una forma di sofferenza, una cancrena che finí per mangiargli il cuore. Ne venne fuori un vecchio acerbo, esacerbato, vulnerabile, uscito da un secolo che pure aveva inventato la psicanalisi e gli psicofarmaci. Lui se ne tenne lontano, per scetticismo, diffidenza, paura.”
“Almeno all’inizio, scoprirmi superiore a lui in qualcosa, me lo fece apparire fragilissimo, e soprattutto, per la prima volta, mi diede il senso della mia fragilità: non c’era piú nessuno a ripararmi, anzi, adesso ero io a dovermi prendere cura di qualcuno.”
“Qual è la coscienza? Non è forse la sensazione di essere presenti, di essere vivi? E questo senso di presenza cosciente non ha nulla a che fare con la presenza di un individuo in particolare: è il senso della presenza consapevole in quanto tale.”