“Era talmente freddo che, al mattino, quando parlavamo tra noi operai, le parole, non appena uscivano dalla bocca, si congelavano nell’aria tanto da non udire il minimo rumore.”
“Sono di sangueinglese, non soffro il freddo!”
“È il sole dei mesi freddi che mette la sua coperta addosso a quelli che non la tengono.”
“L’inferno è freddo; tutto laggiù è freddo.”
“Nell’aria c’era un freddo che si fece sentire per tutta la strada fino a casa. Mia madre guidava con i tergicristalli in movimento. Il più piacevole dei suoni per un ragazzo che sonnecchia sul sedile posteriore.”
“Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l’intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine. Neanche un bambino nei giardini. Ombre e luce sulle zoysie ingiallite. Querce rosse e querce di palude e querce bicolori riversavano una pioggia di ghiande sulle case senza ipoteca. Le controfinestre rabbrividivano nelle stanze da letto vuote. E poi il ronzio monotono e singhiozzante di un’asciugabiancheria, la contesa nasale di un soffiatore da giardino, il maturare di mele nostrane in un sacchetto di carta, l’odore della benzina con cui Alfred Lambert aveva ripulito il pennello dopo la verniciatura mattutina del divanetto di vimini.”