Due cavalli trasportavano due carichi. Il cavallo davanti andava bene ma quello dietro era pigro. L'uomo iniziò a impilare il carico del cavallo di dietro su quello davanti; quando l'ebbe trasferito tutto, il cavallo di dietro trovò più facile andare e disse al cavallo davanti: "Affaticati e suda! Più ci proverai e più patirai". Quando raggiunsero la taverna, il proprietario disse: "Perché dovrei foraggiare due cavalli quando uno solo può portare tutto? Sarebbe stato meglio se davo solo a uno tutto il cibo che voleva e avessi tagliato la gola dell'altro, almeno ne avrei avuto la pelle". Così fece.

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Lev Tolstoj
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Nato 9 settembre 1828 a Jasnaj a Poljana
Morto 20 novembre 1910 a Astapovo, Rjazan

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“C'era una volta un maestro di lotta che conosceva 360 finte e mosse. Il maestro aveva particolarmente preso a benvolere uno dei suoi allievi al quale, nel corso del tempo, ne insegnò 359. Tuttavia, nonostante le insistenze del discepolo, rifiutò sempre di insegnargli la trecentosessantesima mossa. I mesi e gli anni passarono e il giovane divenne tanto bravo nell'arte della lotta da superare chiunque osasse sfidarlo. Un giorno si vantò pubblicamente di essere così bravo da poter battere, se non fosse stato per il rispetto dell'età e per la gratitudine che provava per quello che gli aveva insegnato, persino il suo maestro. Il Sultano, venuto a conoscenza della cosa, si indignò tanto che ordinò fosse organizzato un incontro al cospetto dell'intera corte. Al suono del gong il giovane, urlando, si buttò con foga contro il maestro... per trovarsi di fronte alla trecentosessantesima mossa, quella che non conosceva. Fu scagliato a terra dal vecchiomaestro e tutti applaudirono fragorosamente. Quando il Sultano chiese al maestro come era riuscito a battere un avversario così forte, il maestro confessò che aveva tenuto per sé una tecnica segreta, giusto per i casi di emergenza, facendo tesoro di quanto gli aveva detto, anni addietro, il suo maestro di tiro con l'arco, che aveva la brutta abitudine di insegnare tutto quello che sapeva: 'Non c'è nessuno di quelli a cui ho insegnato a tirare con l'arco - si lamentava il poverodiavolo - che non abbia, prima o poi, tentato di usarmi come bersaglio'.”

~ Cit. Ralph Siu

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