Due cavalli trasportavano due carichi. Il cavallo davanti andava bene ma quello dietro era pigro. L'uomo iniziò a impilare il carico del cavallo di dietro su quello davanti; quando l'ebbe trasferito tutto, il cavallo di dietro trovò più facile andare e disse al cavallo davanti: "Affaticati e suda! Più ci proverai e più patirai". Quando raggiunsero la taverna, il proprietario disse: "Perché dovrei foraggiare due cavalli quando uno solo può portare tutto? Sarebbe stato meglio se davo solo a uno tutto il cibo che voleva e avessi tagliato la gola dell'altro, almeno ne avrei avuto la pelle". Così fece.

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Lev Tolstoj
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Nato 9 settembre 1828 a Jasnaj a Poljana
Morto 20 novembre 1910 a Astapovo, Rjazan

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Il Grande Maestro e il Guardiano condividevano l'amministrazione di un monastero zen. Un giorno, il Guardiano morì e fu necessario sostituirlo. Il Grande Maestro riunì tutti i discepoli per scegliere chi avrebbe avuto l'onore di lavorare direttamente al suo fianco. "Vi esporrò un problema - disse il Grande Maestro - e colui che lo risolverà per primo sarà il nuovo Guardiano del tempio". Terminato il suo brevissimo discorso, collocò uno sgabellino al centro della stanza. Sopra c'era un vaso di porcellana costosissimo, con una rosa rossa che lo abbelliva. "Ecco il problema", disse il Grande Maestro. I discepoli contemplavano, perplessi, ciò che vedevano: i disegni raffinati e rari della porcellana, la freschezza e l'eleganza del fiore. Che cosa rappresentava tutto ciò? Cosa fare? Qual era l'enigma? Dopo alcuni minuti, uno dei discepoli si alzò, guardò il Grande Maestro e gli allievi tutt'intorno. Poi, si avviò risolutamente al vaso e lo scagliò per terra, mandandolo in frantumi. "Tu sarai il nuovo Guardiano", disse il Grande Maestro all'allievo. E non appena questi fu tornato al suo posto, spiegò: "Io sono stato molto chiaro: ho detto che vi trovavate davanti a un problema. Non importa quanto bello e affascinante esso sia, un problema deve essere eliminato. Un problema è un problema; può trattarsi di un rarissimo vaso di porcellana, di un meraviglioso amore che non ha più senso, o di un cammino che deve essere abbandonato, ma che noi ci ostiniamo a percorrere perché ci fa comodo… C'è solo una maniera di affrontare un problema: attaccandolo di petto. In quei momenti, non si può né avere pietà, né lasciarsi tentare dall'aspettoaffascinante che qualsiasi conflitto porta con sé".


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