“Scrivo perché le vite di tutti noi sono storie. Se queste storie vengono raccontate, allora forse inizieremo a vedere che le nostre vite sono la stessa storia, le differenze sono solo nei dettagli.”
“Come sceneggiatore sono abituato a scrivere in qualsiasi condizione. Non c’è il tipo di concentrazione che può avere uno scrittore. Scrivo anche a casa con la gente che parla e mi gira intorno. ”
“Ma non puoi trovare un taccuino per scrivere queste cose, invece di tatuartele addosso?”
“Io sono fatto d’istinto e rabbia, di bruciore di fiamma, di volte di fumo e di calamai pieni di inchiostro che macchia i fogli e le dita, io sono fatto di tormento e di sangue che pulsa, rosso come vino, da bere, da succhiare e mordere, inebriato dal profumo di indomita selvaggia dolcezza, di occhi liquidi che mi sanno guardare, di fretta paziente, di una musica bassa, di voci sparite che raccontano di antichi dolori e di sorrisi sinceri, di silenzio, di pensiero e di corpo, di sentimenti inconfessati, di un groppo in gola, di mani che mi afferrano e m’inchiodano al muro. Io sono il custode degli attimi.”
“Scrivo poesie che si capiscono, devo sembrare un cavernicolo.”
“Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.”