“Mio padre mi aveva predetto una vita benedetta dalla fortuna. Mi sono sposata. Sono stata una buona moglie. E poi sono stata giudicata e umiliata dalla mia gente.”
“L’intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. ”
“È sempre la paura di perdere a spingerci verso le scelte suicide che ci faranno poi perdere davvero. In amoredifendere la sconfitta significa fermarsi sull’orlo del ridicolo senza sentirsi umiliati dallo smacco, né prodursi in reazioni scomposte nel tentativo illusorio di porvi rimedio. Il dolore va utilizzato per rinsaldare il carattere e acquisire quella consapevolezza che ci renderà più interessanti agli occhi di chi comincerà a conoscerci da domani. Quando anche tu ti fionderai in contropiede a fare gol.”
“Se il mondo degli amanti fosse abitato dai sani ci troveremmo ancora nel Paradiso Terrestre. Il che, notoriamente, non è. Se «ami» chi ti tratta male e tratti male chi ti «ama», significa che preferisci rifugiarti nella nevrosi. La peggiore di tutte consiste nel disprezzare te stesso. Abbiamo una tale ansia di acchiappare l’amore altrui che non ci fermiamo mai a pensare se NOI ci stiamo volendo abbastanza bene: almeno la metà di quanto pretendiamo che ce ne vogliano gli altri. Persino se vuoi diventare diverso, devi prima accettarti per quello che sei.”
“I film che preferisco sono quelli in cui il protagonista perde tutto, ma arrivato sull’orlo del baratro fa un passo indietro e incomincia la rimonta.”
“Uno dei motivi per cui ci incaponiamo su una storia sbagliata, idealizziamo un amore finito o accettiamo ogni sorta di compromesso deprimente (tipo l’essereamanti a vita di una persona sposata che non mollerà mai il coniuge) è la paura, anzi la certezza, di rimanere soli. Più ci si traghetta dagli «enti» agli «anta» e più diminuiscono le occasioni di allargare il giro dei propri contatti. Le «nuove entrate» sull’agendina sono rare e faticose: un po’ perché col passare degli anni si diventa esigenti e molto perché le vite si complicano ed è sempre più difficile incontrare qualcuno che sia in sintonia con noi e al tempo stesso non abbia già il cuore intasato da affetti pregressi. Così soffriamo di un continuo torcicollo emotivo, abbarbicati a storie finite o a nostalgie irrealizzabili. Oppure, appena incrociamo una persona decente, ci convinciamo che sia per forza quella giusta, in modo da poter smettere di cercarla. È una leggeeconomica: la scarsità dell’offerta aumenta il costo del bene agognato, che noi paghiamo senza sconti, con crisi d’ansia e infelicità. Chi in questo momento sta soffrendo per amore mi giudicherà prosaico, ma in molti casi il suo dolore è anche il frutto di un investimento eccessivo, che forse non sarebbe stato fatto se la sua vita avesse avuto tutte le finestre aperte e si fosse riempita di persone interessanti. Incrociamo poca gente, per lo più nei luoghi di studio e di lavoro. Col guaio di restringere la ricerca del partner a un campione troppo risicato. Per strada migliaia di sguardi si incrociano e subito si perdono, perché l’approccio più sano – fermare uno sconosciuto o una sconosciuta, attratti dal magnetismo che ci trasmettono – viene considerato disdicevole dal galateosociale. Anche lì ci vuole la raccomandazione, cioè un amico o un evento (cena, festa) che stabilisca il contatto.”