“Molti americani hanno a lungo nutrito l’idea che i grandiprogressieconomici siano sempre il risultato di uno Stato che si fa da parte e permette alla mano invisibile del capitalismo di regnare in mercati liberi e incontrollati. Gli europei, e molti altri popoli del mondo, sono assai meno convinti delle virtù di uno sfrenato capitalismo liberista e storicamente hanno mostrato di preferire uno Stato presente e coinvolto in maniera attiva nei processi economici, con l’obiettivo di mantenere un modello di mercato socialmente più equilibrato. Eppure, anche nelle più moderate economie ispirate al benesseresociale si manifesta un crescente sentimento populista – sia pur per ora minoritario – che tende a limitare il tradizionale ruolo dello Stato nell’economia, proprio nel momento in cui avremmo bisogno di un coinvolgimento più attivo dei governi nel settore privato, al fine di rivitalizzare l’economia e gli scambi.”

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Tratto dal Book La terza rivoluzione industriale

Jeremy Rifkin
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Nato 1943 a Denver

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