“Nel profondo del suo cuore, aspettava che accadesse qualcosa. Come i marinai naufraghi, rivolgeva uno sguardo disperato alla solitudine della sua vita, nella speranza di scorgere una vela bianca tra le lontane nebbie all’orizzonte… Ma non accadeva nulla; Dio voleva così! Il futuro era un corridoio oscuro e la porta in fondo era sbarrata.”
“L'umanità avrà la sorte che saprà meritarsi.”
“Sembra difficile guardare alle carte di Dio.”
“Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vale per l'insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.”
C'era un volta un uomosaggio che era abituato a passeggiare lungo la sponda dell'oceano prima di iniziare il suo lavoro di scrittore. Un giorno, mentre camminava sul bagnasciuga, intravide in lontananza una figuraumana che sembrava danzare. Sorrise tra sé, pensando che qualcuno stava salutando il nuovo giorno danzando, e accelerò il passo per veder meglio. Avvicinandosi, notò che si trattava di un giovaneuomo, e che non stava danzando. Stava raccogliendo dalla sabbia piccoli oggetti, per poi lanciarli verso il mare. Si avvicinò all'uomo e lo chiamò: "Buon giorno! Le dispiace se le chiedo che sta facendo?" L'uomo si fermò, lo guardò, e rispose: "Lancio le stelle marine nel mare". "Mi trovo allora costretto a chiederle: perché getta le stelle marine nel mare?" Questa volta il giovaneuomo rispose: "Il sole è alto e la marea si sta ritirando. Se non le getto in mare, moriranno". A quel punto il vecchio, saggiouomo, commentò: "Ma, mio caro ragazzo, hai pensato che ci sono miglia e miglia di spiaggia e che sono tutte probabilmente cosparse di stelle marine? Come pensi di cambiare il destino di tutte quelle stelle?" Il giovane si chinò, raccolse un'altra stella, e la gettò nell'oceano. Appena la stella toccò la superficie dell'acqua, egli aggiunse: "ho cambiato il destino di questa".
“Non vi è cosa, che più all'uomo importi ed a cui sventuratamente meno egli pensi, quanto il conoscer sé stesso, il suo destino, lo scopo della sua esistenza e la miglior maniera di avverarlo.”