“Cos'è, in fondo, il cattivo gusto? È invariabilmente il gusto dell'epoca che ci ha preceduto.”
“L’arte appartiene a tutti e a nessuno. L’arte appartiene a tutti i tempi e a nessun tempo in particolare. L’arte appartiene a chi la produce e a chi l’assapora. L’arte non appartiene più al Popolo e al Partito di quanto una volta appartenesse all’aristocrazia e ai mecenati. L’arte è il mormorio della storia, udibile al di là del rumore del tempo.”
La bella parolaccia di una volta viveva e vigeva in uno stretto regime di protezionismo. Gli areali in cui allignava erano rigorosamente delimitati: ricreazioni scolastiche, osterie, caserme, campi sportivi, uffici, strade trafficate, camere da letto, riunioni informali di amici oppure (un “oppure” molto importante) di amiche. Circolava quasi esclusivamente fra persone dello stesso sesso, e tendenzialmente coetanee. Trovarla scritta, o diffusa da mass media, era traumatico.
“Ciò che reclamo è vivere la piena contraddizione del mio tempo, che mai così bene ha reso al sarcasmo la condizione della verità.”
“Il principe postmoderno si astenga dal replicare duramente ai rimproveri pirotecnici. Meglio prendersela con l’eccessiva intelligenza dei critici.”
“Ma l'Italia - io lo ricordo sempre agli americani - è la matrice culturale del corso moderno. Senza il ripensamento critico del passato avvenuto nel rinascimento, il mondo, che era antico, non sarebbe diventato moderno. Il patrimonio artistico è la prova, la testimonianzapuntuale, del processo spirituale che ha cambiato il profilo della civiltà. È per questo motivo che l'Italia, per me, ha un un carattere 'sacro'.”