“Non è cambiata tanto la mia città, in fin dei conti si vive ancora come un tempo. C’è lo stesso corso, ci sono i cinema del centro, pure se hanno aperto i multisala, ci sono tanti bar e friggitorie, anche se parecchi parlano lingue straniere, vendono kebab, hamburger, roba così, che io mica la comprendo. Hanno chiuso le vecchie sale giochi, mancano i carretti dei venditori di semi e pistacchi, non vedo passare il venditore di gelati, non ci sono biliardini e flipper. Per questo mi fermo poco in centro e non mangio il gelato nei bar troppo eleganti che espongono gusti multicolori. Non avrebbe più il sapore d’una volta. Avrebbe un gusto amaro. Saprebbe di rimpianto. Perché in fondo in fondo lo comprendo cos’è cambiato. E non mi va mica tanto di ammetterlo.”
“Vieni qui, ti spiego come è stare tra le tue braccia. L’hai mai fatto un viaggioimportante? Anche breve, uno di quelli che ti portano a fare un esame universitario, un’interrogazione, un colloquio, una visita medica urgente. L’hai mai fatto? Credo proprio di sì. Ecco. Stare tra le tue braccia è il viaggio di ritorno, quando finalmente è tutto ok.”
“Dicono che chi ti ama torna, io non la penso così. Chi ti ama resta, chi si pente torna.”
“E' insensato andare a Roma se non si possiede la convinzione di tornare a Roma.”
“Adesso ho capito perché era sempre così contento: perché sapeva di avere un posto dove tornare.”
“Non tornate mai in un luogo dove siete stati felici. Se non lo fate continuerà a vivere dentro di voi, ma se tornate, l’incanto sarà distrutto per sempre.”