Le classi politiche, senza distinzioni partitiche sono le più formidabili matrici epidemiologiche del familismo amorale, e in ciò risiede un’altra formidabile innovazione avvenuta nella tradizione politica italiana: la “morte” della “vecchia” classe politica resistenziale, al di là delle divisioni partitiche, ha significato la circolazione di élites politiche orientate al familismo amorale anziché al bene comune. E questo mi pare sia un fenomeno irreversibile.
“Politica è dire sempre «noi» e mai «io».”
“Politica non è un mestiere, è un servizio. Ma nel senso di servire, non di servirsi o circondarsi di servi.”
“Antipolitica è chiamare le guerre «missioni di pace», l’impunità «garantismo», la legalità «giustizialismo», la prescrizione «assoluzione», l’inciucio «dialogo», i fischi «terrorismo», i bordelli «cene eleganti», le orge «gare di burlesque». Antipolitica è dire «a mia insaputa».”
“Antipolitica è celebrare Falcone e Borsellino e poi trattare con la mafia o chiedere i voti alla mafia o stringere la mano ad Andreotti, a Cosentino, a Cuffaro, a Lombardo, a Dell’Utri.”
Se si vota subito, gli elettori ci asfaltano; allora noi li addormentiamo per un anno e mezzo col governoMonti, travestiamo da tecnici un pugno di banchieri e consulenti delle banche, gli facciamo fare il lavorosporco per non pagare pegno, poi nel 2013 ci presentiamo con una legge elettorale ancor più indecente del Porcellum che non ci costringa ad allearci prima e, chiuse le urne, scopriamo che nessuno ha la maggioranza e dobbiamo ammucchiarci in un bel governissimo per il bene dell’Italia; intanto Alfano illude i suoi che B. non c’è più, Bersani fa finta di essere piovuto da Marte, Piercasinando si nasconde dietro Passera e/o Montezemolo o un altro Gattopardo per far dimenticare Cuffaro, la gente ci casca e la sfanghiamo un’altra volta, lasciando fuori dalla porta i disturbatori alla Grillo, Di Pietro e Vendola in nome del “dialogo”.