“Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare e insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella Santa Messa che è il memoriale della sua morte e della sua gloriosa risurrezione.”
“Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con GesùCristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudineaffamata.”
La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa “arte dell’accompagnamento”, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro.
“La Chiesa ai suoi inizi si formò nelle grandicittà del tempo e si servì di esse per espandersi. Perciò possiamo operare con gioia e coraggio l’evangelizzazione della città attuale. Dinanzi alla nuova realtà della città si realizzano nella Chiesanuoveesperienze, come il rinnovamento delle parrocchie, la settorializzazione, nuovi ministeri, nuove associazioni, gruppi, comunità e movimenti. Si notano però atteggiamenti di timore nella pastorale urbana; tendenze a chiudersi nei metodi antichi e ad assumere un atteggiamento di difesa dinanzi alla nuova cultura.”
“La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa.”
“Se qualcuno vuole seguire una mozione dello Spirito e si avvicina cercando Dio, non si incontrerà con la freddezza di una porta chiusa.”