“Il marevuol sollevare il suo coperchio. Giganti di corallo spingono con la schiena.E nelle grotte d'oro le sirene tentano una canzone che addormenti l'acqua. Vedete le faucie le squame?Di fronte al mareafferrate le lance.”
“Alcuni fra i pescatori più giovani, di quelli che usavano gavitelli come galleggianti per le lenze e avevano le barche a motore, comprate quando il fegato di pescecane rendeva molto, ne parlavano come di el mar al maschile. Ne parlavano come di un rivale o di un luogo o perfino di un nemico. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori e se faceva cosestrane o malvagie era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò.”
“Guardò il mare e capì fino a che punto era solo, adesso. Ma vedeva i prismi nell’acqua scura profonda, e la lenza tesa in avanti e la strana ondulazione della bonaccia. Le nuvole ora si stavano formando sotto l’aliseo e guardando davanti a sé vide un branco di anatre selvatiche stagliarsi nel cielo sull’acqua, poi appannarsi, poi stagliarsi di nuovo, e capì che nessuno era mai solo sul mare.”
“Era considerata una virtù non parlare se non in caso di necessità, sul mare, e il vecchio l’aveva considerata tale e l’aveva rispettata.”
“Pensava sempre al mare come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una donna.”
“Quando c’è una burrasca se ne vedono i segni nel cielogiorni e giorni prima, quando si è in mare. A terra non si vedono perché non si sa che cosa guardare, pensò. E poi la terra deve rendere diversa la forma delle nuvole.”