“La lingua è una geniale convenzione, le parole significano qualcosa solo perché siamo tutti d'accordo che ciò debbano significare.”
“Le parole non sono fiato, evanescenza, convenzione. Le parole sono «cose». Niente esiste se non ha nome, perché siamo noi a far esistere il mondo.”
“Le parole. Noi le credevamo, come dire, nate bell’e pronte all’uso. Mamma mia, quelle ci hanno una storia dentro come noi, come noi persone. Sí, nascono, si riproducono, muoiono.”
“Erano tempi erano bei tempierano tempi di parole che correvano da soleed era veramente amore.”
“E se Menta non mentisse? Un sano di mente non mente e Menta, quindi, mente perché non ha mente. Ma se Menta non mentisse? Ma che cazzo sto dicendo?”
“Diamo il loro nome alle cose, smettendo di trincerarci dietro a falsi moralismi. I non vedenti, sono ciechi. Le collaboratrici domestiche, sono cameriere. Gli operatori ecologici, sono spazzini. Cieco, cameriera e spazzino non sono insulti, sono vocaboli della nostra bella lingua. Diventano miserevoli laddove il disprezzo altrui, li etichetta come tali. Io sono grassa, non sono diversamente magra. Finiamola per tanto, d’indorare pillole varie ed eventuali con l’ipocrisia, altrimenti transumano in supposte.”