“Padre, se scrivere è una colpaperché Dio mi ha dato la parolaper parlare con trepidi linguaggid’amore a chi mi ascolta?”
“Uno pensa a partire da quello che è scritto e non il contrario.”
“Il mondo è il riflesso della mia mortalità, muore ogni giorno di più proprio come me, che fra mille anni sarò ancora viva, e forse ancora più viva per avere preso in mano la penna e avere buttato giù queste graziose balbuzie, per aver voluto sterminare una volta per tutte la poesia, scrivendola.”
“Chi scrive non tiene a memoria.”
“Scrivevo dei silenzi, delle notti, annotavo l'inesprimibile. Fissavo delle vertigini.”
“Scrive più facilmente chi ha qualcosa da dire.”