“Non lascerò mai questa famiglia. Perché il mio miglior futuro, a quanto pare, era sempre davanti a me.”
“Rispetto la famiglia, so che può succedere, ma che non è automatico che succeda. E so che può anche non succedere. Sono liberale: capisco chi non si senta adatto a questo tipo di responsabilità.”
“Forse il bamboccione fa parte del sistema. Io sono nato in una famigliatradizionale e sono figlio di due genitori che adoro, ma che sono anche dei rompiscatole. Oggi però la società cambia e crea figure nuove.”
“Venivo da una famiglia di intellettuali, mio padre era un critico d’arte molto apprezzato, scriveva sul Messaggero, e la nostra casa era frequentata da personeimportanti. In pratica era un salotto antifascista, sia pure non militante. A nobilitarlo c’era soprattutto la presenza di Luigi Pirandello, tra l’altro mio padrino di battesimo, di cui mio padre era un grandissimo amico e da cui aveva l’onore di poter leggere in anteprima i lavori. Altri frequentatori fissi di casa mia erano Luigi Savinio, Massimo Bontempelli e Corrado Alvaro.”
“La nostra esistenza non è isolata da quella degli altri. Tale principio vale anche per la vita di tutti i giorni: in famiglia è necessario distribuirsi i compiti e darsi il cambio in modo che ciascuno faccia tutto. Ogni membro della famiglia deve agire riflettendo su quello che stanno facendo gli altri.”
“Quella avrebbe potuto essere una famiglia. Uno dei milioni di milioni di modi di essere una famiglia su questo pianeta, un agglomerato di vite che si nutrono allo stesso tavolo, si siedono sullo stesso WC, si festeggiano e si seppelliscono.”