“Per poter sviluppare la propria spiritualità è importante avere la capacità di amare. Amare prima di tutto se stessi, profondamente, liberamente, indipendentemente dal tempo e dallo spazio.”
C’è anche un’altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni, [...] la "dittatura del relativismo", che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.
“Avere libertà interiore significa vigilare per essereliberi da ambizioni o mire personali, avendo cura di mettere sempre al primo posto non la vostra realizzazione, o il riconoscimento che potreste ricevere dentro e fuori la comunità ecclesiale, ma il bene superiore della causa del Vangelo e il compimento della missione che vi sarà affidata.”
“Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseriamorale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamatapovertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della personaumana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. [...] Non meno preoccupante è la miseriamorale, che consiste nel diventareschiavi del vizio e del peccato. [...] Questa forma di miseria, che è anche causa di rovinaeconomica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore.”
E’ una virtù questa, la santa "furbizia". Si tratta di quella scaltrezza spirituale che ci consente di riconoscere i pericoli ed evitarli.
“Coltivare la spiritualità di comunione contribuisce a renderci più capaci di vivere il cammino ecumenico e il dialogo interreligioso.”