“Forse un giorno scriverò il vero diario, fatto di pensieri atroci, di mostruosità e di voglia innaturale di uccidersi. Il vero diario è nella mia coscienza ed è una lapide tristissima, una delle tante lapidi che hanno sepolto la mia vita. È stato detto da qualcuno: «Chi ha vissuto più volte deve morire più volte». Frase stupenda, che riassume il terribile concetto della stupidità irata dell’uomo che non concepisce le colpe degli altri e tollera solamente le proprie.”
“Oggi è riflettendo, scrivendo, partecipando democraticamente all’elezione dei governanti che si può sperare di far evolvere intelligentemente le cose... insomma, con un’azione a lunghissimo termine.”
A volte, penso che saprei scrivere, che saprei descrivere, ma subito divento così stanca e penso: perché tante parole? Vorrei che ogni parola che possa capitarmi di scrivere fosse una nascita, realmente una nascita, che nessuna fosse innaturale, che ogni parola fosse una necessità, altrimenti non ha alcun senso. Per questo, non saprò mai vivere della “scrittura”, ma avrò sempre bisogno di un mestiere per guadagnarmi il pane. Ogni parola deve nascere da una necessità interiore, scrivere non può essere qualcos’altro.
“Ogni giorno io devo mettere le mie carte a posto ed ogni giorno devo accomiatarmi da loro. E il vero commiato, quando arriverà, sarà solo una piccola conferma esterna di ciò che è stato realizzato dentro di me di giorno in giorno.”
“Ho scelto di concentrarmi sulla scrittura, cominciando con brevi racconti per passare poi alle sceneggiature di film.”
“Se dovessimo essere ritenuti responsabili di cose scritte milioni di anni fa, mia cara, dove ci ritroveremmo?”