“Il gran desiderio d'un cuore inquieto è di possedere interminabilmente la creatura che ama, o di poterla immergere, quando sia venuto il tempo dell'assenza, in un sonno senza sogni che non possa aver termine che col giorno del ricongiungimento.”
“Non ho apprensione, paura della morte. Non credo nella vita ultraterrena. Penso che la morte sia come la pace totale. Sei al di là di di tutti quelli che ti vogliono schiacciare.”
“Non credo che la vedrò mai piú. Non la potrò mai piú vedere, sentire, toccare, abbracciare, ascoltare; non riderò piú con lei, non aspetterò il rumore dei suoi passi, non sorriderò sentendole aprire la porta, non incastrerò il suo corpo nel mio, il mio nel suo. E non credo nemmeno che ci rincontreremo con chissà quali fattezze smaterializzate. Sono convinto che chi è morto è morto.”
“Quando lei muore, lí per lí non sei sorpreso. Parte dell’amore consiste nel prepararsi alla morte. Trovi conferma al tuo amore, con la sua morte. Avevi ragione. Fa parte del tutto. Poi viene la furia. E poi, il senso di solitudine: non nella forma grandiosa che avevi immaginato, non il singolare martirio della vedovanza, no, giusto il senso di solitudine. Ti aspetti un fenomeno di portata pressoché geologica – la vertigine sull’abisso di un canyon – ma non è cosí; è solo infelicità, regolare come il tran tran di un lavoro. Ne esci come un gabbiano da una marea nera; sporco di petrolio.”
“Lo scopo dell’esistenza è quello di riconciliarci, per sfinimento, con la sua perdita finale.”
“La piango senza complicazioni, né riserve. Questa è la mia fortuna ma anche la mia sfortuna. Fin dall’inizio ho pensato queste parole: mi manca in ogni attività e in ogni inattività.”