“Io penso che tutti dovrebbero andare al college e conseguire una laurea e poi lavorare sei mesi come barista e sei mesi come tassista. Allora diventerebbero davvero istruiti.”
Che al ragazzo gli si faccia passare tutto al setaccio e non gli si metta in testa nulla con la sola forza dell'autorità: i princìpi di Aristotele non siano a forza i suoi princìpi, non più di quanto lo siano quelli degli stoici e degli epicurei. Che gli si prospetti una varietà di giudizi: egli sceglierà se può, altrimenti rimarrà nel dubbio. Soltanto i pazzi sono sicuri e decisi. "Che non men che saver dubbiar m'aggrada". (Dante, Inferno, XI).
“Sapere a memoria significa non sapere.”
“Io non sono impressionato dagli istituti universitari della Ivy League. Naturalmente laureano i migliori - sono solo quelli che prendono, lasciando agli altri il problema di educare il paese. Loro ti forniscono un'istruzione nel modo in cui le banche ti danno il denaro: a patto che tu possa provare, per la loro soddisfazione, che non ne hai bisogno.”
“Se mi venisse chiesto di elencare le dieci stupidità del sistema educativo, l'assegnazione dei voti sarebbe al primo posto nella lista... Se io non posso fornire a un ragazzo una ragione migliore per studiare di quella del voto su una pagella, dovrei chiudere la mia cattedra e andare a casa e restarci.”
“Se mai dovrò diventareinsegnante, sarà più per imparare che per insegnare.”