“Fare manualmente è parte della nostra vita interiore, oltre che strumento della nostra possibilità di autosufficienza.”
“Per una nuova generazione è sempre meglio sbagliarsi criticando che fare bene fidandosi.”
“Non necessariamente compra ciò che gli si dice. Non necessariamente fa quel che dovrebbe. Usa gli strumenti come strumenti, non come fini. Costruisce una sua realtà, adatta a sé, efficiente, concreta. Così facendo, il singolo diventa eversivo. Egli interrompe in qualche punto vitale le sinapsi del consumismo e dell’assenza di senso. Il suo comportamento è individuale, cioè mosso dalla responsabilità e dalla dignità del singolo essere, dall’orgoglio di non vedersi soggiacere alla massificazione, eppure ha effetti enormi sul sistema, il suo esempio è emblematico e vale più di mille teorie sociali o programmipolitici.”
“Facciamoci un bell’auto-check e cerchiamo di capire cosa ci faremmo con la libertà. Se emerge almeno l’ipotesi che staremmo bene, che godremmo di quella sconosciuta e nuova condizione, che avremmo dei progetti (almeno accennati), o un sogno da realizzare, allora prepariamoci alla guerriglia perché la rivoluzione ci aspetta.”
“La parola chiave di questo millennio è: coraggio, qualcosa che l’uomo ha sempre dovuto tirare fuori per districarsi dai suoi guai, per affrontare la giornata. Il sistema in cui viviamo ci ha protetto così bene da renderci schiavi volontari, perché ci chiede sì coraggio nell’affrontare la vita quotidiana, ma non ci chiede il vero coraggio, quello di scegliere, di cambiare, di assumere su di noi la responsabilità della nostra storia dicendo no allo stereotipo più in voga.”
“E' anormale non avere dei progetti, è anormale non aspirare a qualcosa di più autentico di ciò che facciamo per denaro.”
“Dalla sera alla mattina Pancho divenne un rivoluzionario senza rivoluzione, un bandito in pensione, fuori dalla legge ma non dalla giustizia, un vendicatore di torti subiti. Era poi così difficile la transizione?”
“Fa sempre terrore il cambiamento, perché nessuno gradisce rischiare nuovi insuccessi e si accontenta ben volentieri di quelli che ha già.”
“La vostra vita è una grande, continua coazione a ripetere di tipo maniacale. Uscite sempre alla stessa ora, rientrate sempre alla stessa ora, fate migliaia di volte lo stesso tragitto. Lo spazio all’imprevisto e alla novità è ridotto ai minimi termini. Quando accade, anzi, risulta un ostacolo.”
“Mi dà gioiafare da me quel che potrei comprare da altri. Mi fa stare bene sapere di avere pochi bisogni, di non dover soddisfare troppo le mie esigenze primarie. Mi considero un secondario, uno che vive di software e non di hardware, cioè di significati, di relazioni, di comunicazione, e non uno che se non ha l’i-phone sbrocca, o se non cena in un ristorante alla moda si sente uno da nulla. Anzi, io sono convinto di cucinare meglio dei cuochi di molti ristoranti dove ho mangiato, non fosse altro perché non ne esiste uno che conosca i miei gusti meglio di me.”
“Il rivoluzionario contemporaneo è un cocciuto, equilibrato individualista.”
“Se il lavoro è lo strumento per vivere bene, non può, in quanto strumento, farci stare male, metterci in difficoltà, rovinare la nostra vita.”
“I dittatori non servono quando la gente è già china sotto il mantello dorato del benessere. È già disposta a tutto pur di mantenere la propria condizione di privilegio, al prezzo della sua paura, soddisfatta dai suoi avanzamenti, incurante del costo esistenziale e sociale che tutto questo comporta. Un esercito di schiavi convinti di essereliberi può essere condotto anche da un pastorello, non serve la polizia.”
“Il denaro e lo status che derivano dalle loro dodici ore giornaliere di lavoro non significano più niente per lei. Non è disposta a immolare tutto per quello. Vorrebbe evadere, vivere diversamente. Spiega a Luca che potrebbero avere degli spazi individuali, seguire ognuno il flusso della propria vita, con meno vincoli, in luoghi diversi e con persone incontrate lungo la via, senza quegli schemi immutabili che si ripetono in eterno.”
“Non ho mai amato il complottismo, e non credo quasi mai che ci sia un disegno lucido e spietato dietro i fenomeni maggiori. Però, certo, non parlare mai della libertà ai ragazzi è talmente strano che sembra proprio un pianoscritto a tavolino.”