“Una sera che il vento era fortissimo e le onde giù, giù in basso, si abbattevano con grande foga sulla spiaggia, ritmate, costanti come fossero il respiro di un immenso essere, mi fermai a osservare un vecchio tronco d’albero che l’oceano prendeva e lasciava, facendolo ora galleggiare, ora rotolare sulla spiaggia. Pensai a me stesso come quel tronco. Quel tronco era il mio corpo e dall’alto, con serenità, lo guardavo ballare e perdersi nelle braccia di quel benevolo gigante.”