“Frequentare solo persone che non conoscevo per niente mi aveva dato tranquillità, e cominciavo già a provare nostalgia per i giorni trascorsi lì. Lì non ero nessuno, e non ero nemmeno pagata per il mio lavoro, ma mi sentivo protetta da Nishiyama e, se stavo male, potevo sempre salire al primo piano e mettermi a dormire. Per quanto potessi sprofondare nei miei pensieri, non ero interrotta da nessuno, se usavo un trucco un po’ pesante non c’era chi notasse la differenza, e se avevo gli occhi gonfi dopo aver pianto, nessuno faceva commenti. Se di giorno andavo un po’ in giro per la città, potevo subito trasformarmi in una turista. Poiché lì ero sola, se leggevo un libro, i caratteri mi colpivano in modo stranamente profondo, e grazie al fatto che la mia sensibilità era stata resa più acuta dalla tristezza, percepivo i cambiamenti della stagione in modo così vivido che avrei potuto toccarli.”