“La nostra conversione è la risposta riconoscente al misterostupendo dell’amore di Dio. Quando noi vediamo questo amore che Dio ha per noi, sentiamo la voglia di avvicinarci a Lui: questa è la conversione.”
“Convertirsi non è questione di un momento o di un periodo dell’anno, è impegno che dura tutta la vita. ”
“Il dono divino della riconciliazione, dell’unità e della pace è inseparabilmente legato alla grazia della conversione: si tratta di una trasformazione del cuore che può cambiare il corso della nostra vita e della nostra storia, come individui e come popolo.”
“Non c’è unità senza conversione. La vitareligiosa ci ricorda che al centro di ogni ricerca di unità vi è anzitutto la conversione del cuore, che comporta la richiesta e la concessione del perdono. Essa in gran parte consiste in una conversione del nostro stesso sguardo: cercare di guardarci gli uni gli altri in Dio, e saperci mettere anche dal punto di vista dell’altro: ecco una duplice sfida legata alla ricerca dell’unità, sia all'interno delle comunità religiose, sia tra i cristiani di diversetradizioni.”
“La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. ”
La conversione del cuore al “vangelo della creazione” comporta che facciamo nostro e ci rendiamo interpreti del grido per la dignitàumana, che si eleva soprattutto dai più poveri ed esclusi, come molte volte sono le persone ammalate e i sofferenti.
“Dal punto di vista dell’evangelizzazione, non servono né le proposte mistiche senza un forteimpegnosociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore.”
“La vita con Gesù diventa molto più piena e con Lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. È per questo che evangelizziamo.”
“Se ci concentriamo sulle convinzioni che ci uniscono e ricordiamo il principio della gerarchia delle verità, potremo camminare speditamente verso forme comuni di annuncio, di servizio e di testimonianza. L’immensa moltitudine che non ha accolto l’annuncio di GesùCristo non può lasciarci indifferenti.”
“Ciascuno deve stare nella religione in cui è nato.”