“Ognuno aveva un quaderno su cui il bottegaio scriveva «tre chili di farina...», come fa ancora la Bettina con noi qui, all’Orsigna. Ma l’onestà era importantissima. Incredibile come bisognava essere onesti con i soldi. Se la Tecla, che era la fornaia, ti restituiva, sbagliando, mezza lira in più, tu gliela dovevi riportare. Questo è qualcosa che è quasi inconcepibile oggi, ma così erano le regole di quel tempo.”