La bella parolaccia di una volta viveva e vigeva in uno stretto regime di protezionismo. Gli areali in cui allignava erano rigorosamente delimitati: ricreazioni scolastiche, osterie, caserme, campi sportivi, uffici, strade trafficate, camere da letto, riunioni informali di amici oppure (un “oppure” molto importante) di amiche. Circolava quasi esclusivamente fra persone dello stesso sesso, e tendenzialmente coetanee. Trovarla scritta, o diffusa da mass media, era traumatico.
“Oggi abbiamo bisogno di capire perché stiamo vivendo un tempo che, per molti versi, non ci piace.”
“Se è vero che ci sono dei valori che nascono all'interno delle società a seconda del tempo che queste società hanno il destino di vivere, nondimeno ci sono valori che attraversano queste società e che lasciano segni, tracce, destinati a durare perché quei valori hanno un carattere assoluto.”
“Mi piace quel modo di usare le parole di tutta la musica degli anni '60, anche molto semplice se vuoi, però senza scadere nella banalità.”
“Caro GesùBambino, con la storia del cammello che deve passare nella cruna di un ago, ho capito che già ai tuoi tempi ci si dannava sugli algoritmi di compressione...”
“Noi, che nel nuovo secolo abbiamo imparato a non lasciarci più sorprendere da alcuno scoppio di bestialità collettiva, noi che ogni nuovo giorno ci aspettavamo eventi più empi e scellerati del precedente, siamo molto più scettici a proposito di una perfettibilità morale del genere umano.”