“Credo che nel cuore e nella naturaumana ci siano innumerevoli impulsi ed istinti assurdi, ma la società ha creato delle regole tali da non poterli esprimere.”
“La gioia dei giovani è di disobbedire; ma il problema è che non ci sono più ordini.”
“L’esperienza spirituale è soprattutto un’esperienza pratica dell’amore. E nell’amore non esistono regole.”
“Sono riuscita a trasgredire le regole, e il mondo non mi è crollato addosso!”
“Le regole sono semplici. Come punizione per la rivolta, ognuno dei dodici distretti deve fornire due partecipanti, un ragazzo e una ragazza, chiamati tributi. I ventiquattro tributi vengono rinchiusi in un’ampia arena all’aperto che può contenere di tutto, da un torrido deserto a una landa ghiacciata. Per varie settimane i concorrenti devono combattere sino alla morte. L’ultimo tributo ancora in piedi vince.”
In una società che non consente alcun tipo di violazione dei diritti fondamentali della persona – nemmeno al fine di “ristabilire la legalità” da parte delle istituzioni – può davvero essere garantita l’osservanza delle regole?