“Abbiamo tutti le nostre cicatrici, Dorian. Le mie sono semplicemente più visibili di altre.”
“Bisogna tener presente che un animale, sotto molti aspetti, non soffre meno, ma più di noi.”
“Vi sono cuori che non sono degni di soffrire come certo legno marcio che non vale la pena di esser lavorato.”
“Detesto il dolore immeritato che le donne regalano a certi uomini inutili. Siamo veramente delle sceme: lasciamo che le lacrime ci righino le guance, quando dovremmo rigargli la fiancata della macchina con una chiave inglese.”
“Lo amavo con l’ostinazione del mulo sul tornante più ripido, con la stupidità di una risata a un funerale, con la disgraziata cecità di chi scambia le briciole sulla tovaglia per lapislazzuli. È la tragedia dell’amore pieno e rotondo di certe donne, quando si incastra nell’aridità concava di certi uomini. Pensi che sia l’incastro perfetto e invece stai solo riempiendo un vuoto, senza neppure più avere lo spazio per muoverti.”
“A sedici anni è facile non avere la cellulite. Non hai ancora tenuto abbastanza a lungo il tuo culo parcheggiato su un divano in stato catatonico aspettando che lui ti chiami. Non ti sei ancora abbuffata con un numerosufficiente di bombe alla crema sperando che lui ti ricerchi dopo che t’ha mollato. Non sei stata ancora abbastanza in piedi sul tacco dodici sperando che lui ti noti. Non hai ancora un numerosufficiente di giorni di ritenzione idrica in curriculum, perché se è vero che abbiamo le nostre cose cinque giorni al mese che fanno sessanta giorni l’anno, vuol dire che per i trentacinque anni circa del nostro periodo fertile viviamo duemilacento giorni con le mestruazioni e pure con le cosce piene di liquidi, e quindi scusa se a trentotto anni non solo ho più cellulite di te, ma sarei pure un po’ imbufalita.”