“L'ultima volta che mi sono fidato di qualcuno, ho perso un occhio.”
“Esiste un «desiderio di vivere in società» che si esplica nella fiducia che l’uomo attribuisce al suo simile nelle avversità dello stato di natura.”
“Quando ci si affida a qualcuno scommettendo sulla sua benevolenza, non si ha mai la certezza che questa fiducia sarà ben riposta.”
“La fiducia rimanda all’idea che ci si può fidare di qualcuno o di qualcosa. Il verbo confidare significa affidare qualche cosa di prezioso a qualcuno, abbandonandosi alla sua benevolenza.”
“Dandosi fiducia, l’essereumano può ricominciare a prestare interesse all’altro e scoprire i vantaggi della cooperazione.”
“La fiducia, a differenza del credito, rimanda a qualcosa che è al tempo stesso fondamentale e pericoloso. Nelle nostre società occidentali, soprattutto anglosassoni, pensiamo di poter gestire tutto, al punto di colpevolizzare quelli che falliscono, come se la mancanza di autocontrollo fosse l’indice di una spiacevole debolezza che bisognerà, prima o poi, correggere. Per questo ognuno teme l’irrompere dell’inatteso: abbiamo talmente paura del futuro che siamo disposti ad assumere qualsiasi comportamento compulsivo per neutralizzare ciò che percepiamo come pericoloso. Ma i comportamenti compulsivi tesi a combattere la paura non fanno che generare spesso un’angoscia ancora più grande. Il meccanismo continua ad autoalimentarsi, in una escalation senza fine. Perché la paura è spesso irrazionale e sempre contagiosa. E a forza di fare qualsiasi cosa per allontanare il pericolo, si assiste a un rilancio dell’angoscia. A differenza della paura che porta ognuno a rifugiarsi in un universo chiuso, in cui niente è più possibile, la fiducia aiuta a uscire da questo stato di paralisi. Ci permette di scommettere di nuovo su noi stessi, sugli altri, sul futuro, rompendo il circolo vizioso dell’angoscia.”