“Ne fui ossessionato a tal punto da concentrare il mio delirio sulla personalità del Furher, che mi appariva [in sogno] sempre in abiti femminili. Ero affascinato dalla sua schiena tenera e grassoccia, sempre così ben fasciata nella sua uniforme... la mollezza di quella carne hitleriana suscitava in me uno stato di estasi gustativo, lattiginoso, nutritivo e wagneriano che mi faceva battere violentemente il cuore. La carne paffuta di Hitler, che immaginavo più divina della carne di una donna bianchissima, mi attraeva...”