“Per farsi un vero amico occorre, a volte, una vita intera. Bisogna aver sofferto e gioito assieme, litigato e condiviso i segni del destino.”
“Coltivare la spiritualità di comunione contribuisce a renderci più capaci di vivere il cammino ecumenico e il dialogo interreligioso.”
“La condivisione fraterna con i malati ci apre alla vera bellezza della vitaumana, che comprende anche la sua fragilità, così che possiamo riconoscere la dignità e il valore di ogni essereumano, in qualunque condizione si trovi, dal concepimento fino alla morte.”
“La coscienza della dignità di ogni fratello, la cui vita è sacra e inviolabile dal suo concepimento alla fine naturale, deve portarci a condividere, con totale gratuità, i beni che la provvidenza ha posto nelle nostre mani, e a restituire con generosità e abbondanza ciò che ingiustamente possiamo aver negato agli altri.”
“Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità, l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene è scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allarga e diventa grande...”
“Non si può dialogare se non partendo dalla propria identità, e l’empatia, cioè non condannare a priori. Ogni uomo, ogni donna ha qualcosa di proprio da donarci; ogni uomo, ogni donna, ha la propria storia, la propria situazione e dobbiamo ascoltarla.”