“Come Ulisse e i suoi compagni di fronte alle sirene, leghiamoci all’albero maestro della vita, o mettiamoci i tappi nelle orecchie, per evitare di cedere alle lusinghe di coloro (genitori, insegnanti, superiori, militari, governanti e preti) che ci cantano la virtù dell’obbedienza. Dando loro retta, potremmo trovarci un giorno alla sbarra degli imputati in un processo a Norimberga o all’Aia, a render conto di crimini che oggi ci fanno rabbrividire, e che domani potrebbero darci il brivido. Perché ribellarsi è giusto, come si diceva nel ’68, ma basta molto poco a renderlo impossibile.”
“Gli scioperi, il boicottaggio, il parlamentarismo, la manifestazione, la dimostrazione: tutte queste forme di lotta sono buone come mezzi che preparano e organizzano il proletariato.”
“Le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro. E le imprese e le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto. I campi erano fecondi, e i contadini vagavano affamati sulle strade. I granai erano pieni, e i figli dei poveri crescevano rachitici, con il corpo cosparso di pustole di pellagra. Le grosse imprese non capivano che il confine tra fame e rabbia è un confine sottile. E i soldi che potevano servire per le paghe servivano per fucili e gas, per spie e liste nere, per addestrare e reprimere. Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di lavoro, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare.”
“Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.”
“Per cinquant'anni ci siamo adoperate pacificamente per ottenere il diritto di voto. Ci hanno derise, picchiate e ignorate. Ora ci siamo rese conto che fatti e sacrifici devono essere all'ordine del giorno. Lottiamo perché un giorno ogni bambina venuta al mondo possa avere le stesse occasioni che hanno i suoi fratelli.”
“Io preferisco essereessere una ribelle che una schiava.”