L’autoesame, l’osservazione implacabile dei propri pensieri, è un’esperienza dura e devastante. Polverizza anche l’ego più solido. La vera autoanalisi, tuttavia, è matematicamente efficace nel produrre dei veggenti. La via dell’“autoespressione”, dei riconoscimenti individuali, finisce col produrre egotisti, certi del diritto alle proprie personali interpretazioni di Dio e dell’universo.
“Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un crocoperduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l’uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l’ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! ”
“Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”
“La ricerca delle proprie radici finisce sempre per essere la scoperta dell’altro che è in noi.”
“Pregiudizio io chiamo non già il fatto di ignorare certe cose, ma di ignorare se stessi.”
“Il lavoro manuale con un fine pratico aiuta ad acquisire una disciplina interiore.”