“I politici sono un po’ come gli scrittori quando invecchiano, e le donne anziane. La fase più pericolosa della loro vita inizia quando non si accontentano più del rispetto degli amici, ma pretendono l’adulazione di un pubblico.”
“Pensate davvero che sarei ancora al mio posto se fossi ubriaco di cognac dal mattino? A un politico si può perdonare tutto ma non l'alcolismo.”
“L'uomopolitico è colui che lavorando per il vostro bene ottiene il suo.”
“Ammiro quelli che fanno politica, perché ci vuole coraggio ad essere dei politici in India.”
“L’essenziale, in politica, è sapere aspettare: il più bravo a farlo vince la partita.”
Qual è la cosa più difficile per chi vive a palazzo? Immaginare una vita diversa. Per esempio la propria vita fuori del palazzo. L’essereumano fa molta fatica a figurarsi una situazione del genere. Di solito prima o poi trova sempre qualcuno disposto a dargli una mano: peccato che talvolta ciò comporti la morte di molte persone. Eccoci al problema dell’onore in politica. De Gaulle fu un uomo d’onore. Quando perse il referendum, ripulì la scrivania, lasciò il palazzo e non vi fece più ritorno. Intendeva stare al governo con l’appoggio della maggioranza: quando la maggioranza gli rifiutò la fiducia, se ne andò. Ma quanti sono quelli come lui? Gli altri piangono ma non si muovono; opprimono il popolo ma non si spostano. Li cacciano dalla porta e loro rientrano dalla finestra; li buttano giù dalle scale e loro ricominciano ad arrampicarsi verso l’alto. Pur di restare, o di tornare, sono disposti a scusarsi, strisciare, mentire, civettare. Ti mostrano le mani immacolate: “Visto? Niente sangue”. Ma il fatto stesso di doverle mostrare li infama. Si rivoltano le tasche: “Guardate pure, non c’è quasi niente”. Ma l’umiliazione di essere ridotti a rovesciare le tasche, dove la mettiamo? Lasciando il palazzo lo scià piangeva. Piangeva anche all’aeroporto. Poi, nelle interviste, rivelò quanto denaro possedesse, aggiungendo che era molto meno di quanto si potesse pensare. Che pena, che squallore.