“Le donne potevano essere emancipate quanto volevano, ma quando si trattava di sottomettersi al maschio alfa erano ancora allo stadio delle scimmie.”
“Le donne, oggi, tendono talmente a minimizzare il dono del donarsi e la donna che si dona… Nei romanzi francesi dell’altro secolo si leggeva spesso questa frase che a me pare giusta: «Mi sono donata». Oggi non è più un dono, è piuttosto un abbandono: provocato da elementi esteriori come una serata piacevole, una intesa passeggera, le vacanze, il sole, il whisky, il cinema.”
“Vi sono donne, nel mondo, che ancora oggi vivono dietro la nebbia fitta di un velo e più che un velo è un lenzuolo che le copre dalla testa ai piedi come un sudario: per nasconderle alla vista di chiunque non sia il marito, un bimbo o uno schiavo senza vigore. Questo lenzuolo, che si chiami purdah o burka o pushi o kulle, o djellabah, ha due buchi all’altezza degli occhi, oppure un fitto graticcio alto due centimetri e largo sei, e attraverso quei buchi o quel graticcio esse guardano il cielo e la gente: come attraverso le sbarre di una prigione. Questa prigione si estende dall’oceano Atlantico all’oceanoIndiano percorrendo il Marocco, l’Algeria, la Nigeria, la Libia, l’Egitto, la Siria, il Libano, l’Iraq, l’Iran, la Giordania, l’Arabia Saudita, l’Afganistan, il Pakistan, l’Indonesia: il mondo dell’Islam.”
“Dal buio del ventre materno esse passano al buio della casa paterna, da questa al buio della casa coniugale, da questa al buio della tomba.”
“Sono dunque le donne più infelici del mondo, queste donne col velo. E il paradosso è che non sanno di esserlo perché non sanno ciò che esiste al di là del lenzuolo che le imprigiona.”
“Qualcosa mi diceva che era pazza; forse aveva soltanto bevuto troppo, ma non importava, non volevo rivederla mai più.”