“Io, io ho paura di tutto... di quello che sono, di quello che faccio, di quello che dico e, soprattutto ho paura che se me ne vado da questa stanza non proverò mai più quello che sto provando adesso, adesso che sono qui con te...”
“Il nostro nemico è la paura, inevitabile in ciascuno di noi. Perché? Perché ognuno di noi viene dal nulla. La paura è il fiato del nulla da cui veniamo, che si traduce nell’esaltazione delle piccolezze, delle meschinità: la meschinità dell’abbraccio, la meschinità del possesso, la meschinità dell’appropriazione, la meschinità dell’ira, la meschinità della pigrizia.”
“Dalla natura scaturisce il terrore della morte [dalla natura, che nostra madre ci dà, scaturisce il terrore della morte], dalla grazia scaturisce l’audacia.”
“Bisogna non avere paura della violenza. In due casi, cioè in due modi si può non avere paura della violenza: primo, quando uno si sente più forte dell’altro o si sente di potererispondere alla forza con la forza: «Vieni qui, che ti spacco il muso!». Mi ricordo, nel ’75, alla Statale di Milano, c’era uno dei nostri ben piantato, che, alle prime avvisaglie di pugni e di botte, era lì a proteggere i più indifesi tra noi. Una volta due ragazze stavano per essere circondate da un gruppetto di fanatici e lui, che era un pezzo grosso, fa: «Cosa volete?». Ce ne fossero di tipi così!”
“La verità è che non esiste terrore che non sia mitigato da qualche grande ideamorale.”
“L’arte mette paura perché richiede costantemente di abbandonare la propria zona di comfort per avventurarsi incontro all’ignoto, ossia verso un luogo oscuro in cui ci si può perdere (ma dove si può anche vincere).”