“Senza sofferenza, che soddisfazione ci sarebbe? Tutto si trasformerebbe in un Te Deum senza fine: tutto sarebbe santo sì, ma anche un pochino scocciante.”
“Com'è straziante soffrire le sofferenze di un altro!”
“Le donne erano destinate a soffrire; non c'era da meravigliarsi che volessero sempre grandidichiarazioni d'amore.”
“Era chiaro che la visita a quella casa del dolore aveva lasciato in lui una traccia profonda. Rjuchin cercava di comprendere che cosa lo affliggesse. Il corridoio con le lampade azzurre gli si era fissato nella memoria? Il pensiero che sulla terra non c'è sciagura peggiore della perdita della ragione? Sì, sì, naturalmente, anche questo. Ma questo era in qualche modo un pensiero generico. E invece c'era qualcosa d'altro. Che cos'era? L'offesa, ecco cos'era. Sì, sì, le parole offensive lanciategli da Bezdomnyj direttamente sul viso. E il dolore non era nel fatto che erano offensive ma che contenessero una parte di verità.”
“Ho provato di tutto, accetto la mia sorte, e se ora piango è soltanto per il dolore fisico e per il freddo, perché il mio spirito non si è ancora spento... è tenace, lo spirito di un cane.”
“Non c'è nessun inferno... e neanche il paradiso. La vita è qui. La ricompensa è qui. Il dolore è qui.”