“Perché per punire un uomo di avere ucciso, lo uccidono?”
“La vittima del brigante è assalita di notte, in un bosco, con questa o quell’arma; e spera sempre, fino all’ultimo, di potersi salvare. Ci sono stati casi in cui l’assalito, anche con la gola tagliata, è riuscito a fuggire, e casi in cui l’assalito, supplicando, ha ottenuto la grazia dai suoi assalitori. Ma con la legalità, quest’ultima speranza, la speranza che attenua lo spavento della morte, vi viene tolta con una certezzamatematica, spietata.”
“Uccidere chi ha ucciso è, secondo me, un castigo non proporzionato al delitto. L’assassinio legale è assai più spaventoso di quello perpetrato da un brigante.”
“E' proprio l’anima che si manda a morte. Non uccidere, è detto nei comandamenti.”
“Uccidere per punire un delitto è senza paragone una punizione maggiore del delitto stesso.”
“Per quasi nove anni ho riflettuto sulla pena di morte, se sia giusta o sbagliata, e non ho alcuna risposta. Ma non penso che il mondo sia un posto migliore o più sicuro senza di me. Se volevate punirmi avreste dovuto uccidermi il giorno dopo, invece di uccidermi ora. Non mi state ferendo ora. Ho avuto tempo per prepararmi, per dire addio alla mia famiglia, per portare la mia vita dove doveva essere.”