“Il viaggiatore racconta a se stesso prima di tutto e poi agli altri le tappe del suo itinerario. Ci rimugina sopra, le riunisce e stende come una carta davanti a sé, la carta delle sue esperienze. Per ritrovare poi, in letti estranei e lontani, la nostalgia del ritorno. Per ricominciare, ogni volta che una storia è conclusa, con un’altra storia. La storia del lungo e tortuoso andare verso la morte.”
“Viaggiatore di fine giornatadi collo magro, di fronte stempiata.”
“Viaggiatore che guardi il tuo trenoin corsa tra le risaie affacciato da un vagone di codain curva tra le robinie,sei in fuga lungo un arco di spazio?”
“Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri.”
“Si possono perdere ore preziose a contemplate futilità del genere, e al viaggiatore giunto in Italia per studiare i valori tattili di Giotto, o la corruzione del papato, può capitare di tornarsene al suo paese senza ricordare nulla se non il cielo azzurro e gli uomini e le donne che vivono sotto di esso.”
“Tutto il pathos e tutta l’ironia del lasciarsi la giovinezza alle spalle è implicito in ogni momento di felicità di un viaggio; ci si rende conto che non si possono riavere le prime gioie, e il viaggiatore, quello saggio, impara a non cercare di ripetere i successi ma a trovarne altri in nuovi luoghi.”