“È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole.”
“Quando getti una pietra in uno stagno, non hai alcun controllo sulle increspature.”
“Non è sempre facilefare la cosa giusta. A volte non è nemmeno semplice sapere quale sia la cosa giusta. Qualche volta possiamo solo fare del nostro meglio.”
“Per trovare il nostro dono, la nostra vocazione, bisogna non fare nulla, più a lungo possibile.”
Per il burocrate, per l’uomo d’azione, non c’è nulla di più oltraggioso dell’idea che dei cittadini potenzialmente produttivi se ne rimangano proni, inattivi, a fissare il soffitto, mentre lui si affanna a fare qualcosa di “utile”, come inventare nuovi modi di vendere popcorn alle masse o recapitare citazioni per multe di divieto di sosta non pagate. L’inazione lo fa inorridire; non può comprenderla; lo spaventa.
Purtroppo l’amore dell’ozioso per la conversazione è demonizzato da una società che apprezza l’azione sopra ogni altra cosa. “Non parlarne, fallo!” è il moderno mantra. Al che io replico: “Non farlo, parlane”. Se poi varrà la pena di fare ciò di cui si parla, allora lo si farà a suo tempo. Ma parlarne è la parte migliore, è l’eccitazione di fareprogetti e concepirepiani.