“Un pubblico reattivo è quanto di più incoraggiante un attore possa trovare.”
“Non è possibile spiegare Totò. Le faccio un esempio. Totò ha speso un patrimonio perché gli fossero riconosciuti i suoi titoli nobiliari di principe bizantino. Quello della nobiltà era un tasto che non si poteva toccare con lui. Guai, poi, a mettere in dubbio la sua legittima discendenza dall'imperatore Costantino. Eppure, più di una volta, l'ho sorpreso mentre si prendeva cordialmente in giro.”
“Nella vita come nell'arte, Totò era un signore, un vero principe. Ma recitava una parte anche quando faceva il generoso. Le sue mance da nababbo al ristorante sono rimaste famose, così come a Cinecittà tutti ricordano ancora i biglietti da mille che distribuiva con noncuranza.”
“Totò non era pratico di recitazione. D'altro canto, il pubblico delle riviste non era abituato a vedere sulla scena certi dinoccolamenti che erano il pezzo forte di Totò attore e mimo del varietà. ”
“Ho cominciato a fare il regista in teatro qualche anno fa. Mi sono sempre piaciuto come attore, come artigiano e mi sembrava naturale arrivare a creare un film.”
“Al cinema mi affascinano i perdenti, quindi mi piacerebbe vestire i panni di un personaggio quasi dimenticato e proprio per questo affascinante: Giovanni Rappazzo, il messinese che ha inventato il sonoro, rivoluzionando la cinematografia mondiale, ma che per mancanza di finanziamenti non riuscì a brevettare la sua scoperta, ripresa e sfruttata dagli americani.”